Contesto territoriale


Il territorio di riferimento.

Il territorio provinciale, esteso su circa 3.100 chilometri quadrati, è suddiviso in 98 Comuni, distribuiti per il 56,1% in pianura, per il 27,6% in zona collinare e per il 16,3% in montagna, con ha una popolazione complessiva di 922.821 abitanti (dato ISTAT al 31/12/2017). Oltre che sul piano geo-morfologico, il territorio è diversificato anche dal punto di vista economico e sociale. Vi sono zone a vocazione agricola, altre con importanti insediamenti industriali o che ospitano strutture turistiche; comuni densamente popolati, in notevole espansione urbanistica e serviti da vie di comunicazione, altri meno abitati e lontani dalla viabilità principale. Tutto ciò ha ovviamente  rilevanti conseguenze anche su bisogni e aspettative della popolazione studentesca, delle famiglie, delle imprese.

La provincia di Verona: territorio ed economia.

Nell’economia veronese prevale la piccola e media impresa, in molti casi agricola e artigiana, che, negli anni, è riuscita a valorizzare le risorse naturali e sociali del territorio nei diversi settori economici. Tra i comparti strategici, per l’economia della Provincia, vi sono quello lapideo, quelli delle produzioni agricole di pregio, dell’allevamento avicolo e di bovini, delle macchine agricole, dell’industria agroalimentare, del turismo (spesso legato alle risorse paesaggistiche, con mete significative nella zona Nord, quali la città di Verona, il lago di Garda, il Monte Baldo e la Lessinia). Inoltre, i sistemi di trasporto (aeroporto, ferrovie e autostrade), insieme ad uno dei più importanti centri europei intermodali - il Quadrante Europa – hanno fatto della provincia di Verona – per la sua strategica posizione geografica - un importante punto di riferimento per i flussi internazionali di scambio, sia economici sia culturali. Le attività terziarie (commercio, trasporti e logistica, turismo, servizi alle imprese) sono in costante sviluppo, anche attraverso una loro sempre maggiore connessione con le attività agricole ed industriali.

Il comparto agroalimentare.

I settori coinvolti nella filiera agroalimentare e legati alla valorizzazione del paesaggio e delle risorse naturali risultano particolarmente importanti per la provincia di Verona. Nel 2004, ai sensi della legge regionale n. 8/2003, sono stati individuati undici distretti produttivi che interessano l’area di Verona, tre dei quali valorizzano risorse agricole ed ambientali: il distretto ortofrutticolo veneto, il distretto veneto del vino ed il distretto turistico del Garda. Nel complesso la provincia di Verona esprime una spiccata vocazione agricola, sostenuta nel tempo dallo sviluppo industriale e delle tecniche di produzione, che hanno incrementato, fino ai massimi livelli nazionali, produttività e qualità.

Al settore agricolo si collega quello alimentare, che vede protagoniste alcune imprese di eccellenza. A tal proposito, è importante ricordare che nel 2007 è nato il Metadistretto Alimentare Veneto, con sede a Verona: esso raccoglie centinaia di imprese agricole, industriali e artigianali, enti ed organizzazioni (in totale oltre 27.000 addetti coinvolti) che si occupano della produzione, lavorazione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione del prodotto alimentare, nonché della fruizione e della cultura del gusto, di formazione e di ricerca. Per quanto riguarda la trasformazione di prodotti agricoli, fondamentali sono le imprese specializzate nella produzione dolciaria, della pasta, degli alimenti conservati, della carne, dei prodotti lattiero-caseari e del vino, che, con i suoi 73.000 ettari di vigneto e oltre 40.000 produttori, realizza circa il 30% dell’intero export enologico nazionale. Rilevante, a livello internazionale, la manifestazione Vinitaly, che, insieme ad altre rassegne organizzate dall’Ente Fieristico di Verona, costituisce un’importante infrastruttura di promozione della filiera agroalimentare veronese e al tempo stesso un vanto del sistema fieristico veneto e italiano. Il Patto per lo sviluppo del Distretto agroalimentare Veneto 2010/2013 ha evidenziato alcuni punti di forza e di debolezza del comparto, che di seguito riassumiamo: − punti di forza: prodotti tipici (tra cui prodotti I.G.P. e D.O.P.) ed aziende di eccellenza che rinforzano la positiva immagine del “Made in Italy”; grande varietà di prodotti (tutti accomunati dalla qualità, dalla cultura alimentare, dal radicamento nel territorio) che permette di venire incontro ai diversi bisogni e gusti dei consumatori; remunerativa propensione all’export anche da parte di aziende medio-piccole; spiccata vocazione turistica della zona e presenza di strutture ricettive, che valorizzano, oltre al paesaggio, le produzioni agroindustriali ed agro-ambientali. − punti di debolezza: assenza di strutture e strumenti adeguati a rappresentare e promuovere in modo unitario le risorse gastronomiche venete; frammentazione dell’imprenditoria e personalismo gestionale.

In sintesi: − l’economia veronese sta progressivamente assumendo maggiori caratteri di terziarizzazione; − il sistema economico veronese, pur con una forte sofferenza legata all’attuale crisi (debole mercato interno, difficoltà di accesso al credito, mancata ripresa dell’occupazione) dimostra una buona capacità complessiva di tenuta, se confrontata con altre realtà territoriali italiane; in tutti i settori, le imprese più strutturate e di maggiori dimensioni e quelle orientate all’export hanno reagito meglio alla crisi. Si segnala in particolare il distretto del vino, anche come traino per il collegato comparto del turismo enogastronomico.

Il comparto dei servizi socio-sanitari

Le trasformazioni sociali degli ultimi decenni che hanno coinvolto l’Europa e l’Italia si sono manifestate in modo evidente anche nel contesto della provincia di Verona. L’aumento dell’età media della popolazione, le nuove situazioni di marginalità sociale riguardanti le fasce meno abbienti e di recente immigrazione, la crisi del welfare novecentesco, i bisogni di diverse forme di assistenza e di cura della persona specialmente in situazione di disabilità o di età avanzata, hanno messo in luce l’esigenza della formazione di operatori in possesso di molteplici competenze in grado di rispondere a un contesto sociale in difficoltà, segnato dalla crisi iniziata nel 2008. L’assistenza alle fasce di popolazione più deboli è diventata una priorità che non può trovare soluzione nei modelli del secolo scorso, ma che richiede l’integrazione dell’attività di molteplici soggetti tanto pubblici che appartenenti al cosiddetto “privato sociale”, che si muovano in un’ottica di sussidiarietà e di complementarietà. In Veneto la richiesta di professionalità specifiche è in aumento anche in virtù dell’evoluzione della ricerca sanitaria e dei modelli di “presa in carico” della persona bisognosa di assistenza e di cura. La Regione Veneto ha stabilito dal 24 giugno 2016 un accordo che consente di poter ottenere la qualifica di Operatore Socio Sanitario attraverso un percorso agevolato di 200 ore invece delle 480 previste dalla legge per gli alunni del corso sociosanitario.

Conclusioni

L’Istituto “Stefani-Bentegodi” si inserisce quindi in un contesto socio-economico complesso, si adatta alle trasformazioni dei settori di riferimento e definisce la propria offerta formativa sulla base delle reali esigenze del mercato del lavoro. Nello stesso tempo le scelte di indirizzo non possono prescindere da una visione globale del sistema produttivo e di gestione del territorio. Da ciò consegue la grande attenzione ai temi delle corrette pratiche produttive e di trasformazione in funzione degli aspetti qualitativi, in termini di tipicità, di salubrità, così come a quelli inerenti la gestione delle risorse naturali e al problema del dissesto idrogeologico legato ai cambiamenti climatici. Inoltre, in un sistema di welfare considerato “efficiente” (secondo la classificazione proposta dall’Istituto di Ricerche Educative e Formative) e in un contesto provinciale socialmente disomogeneo e geograficamente frammentato, risulta indispensabile garantire la copertura territoriale dell’istruzione professionale nel campo socio-sanitario per fronteggiare i bisogni emergenti di cura, assistenza ed integrazione della persona.